Osanna - L'uomo
Al primo ascolto mi è sembrato subito un disco troppo frammentato, bello, per carità, ma con troppe idee messe giù in modo forse ingenuo e discontinuo. I vari reprise tra i pezzi, più che richiamarsi, mi hanno dato un senso di distaccamento. Come se abbiano voluto inserirli a forza, a discapito della fludità.
Poi l'ho tenuto ascoltato, anche a pezzi, e mi sono piaciute tanto certe sonorità. Molto caratteristico l'uso del flauto, anche se ho preferito i botta e risposta tiratissimi e schizofrenici dei sax.
Bello il suono della dodici corde all'inizio, ed in tutto il disco, un po meno il suono della chitarra elettrica che è invecchiato un po male secondo me.
Ho goduto un sacco le voci nel bridge di In un vecchio cieco, scorrevoli e cristalline.
Un disco si gradevole, ma dispersivo, ed invecchiato un po; ascoltato nel 2022, non mi ha dato l'idea di racchiudere un pilastro memorabile del rock italiano, forse è un po troppo facile scrivere cosi, quando loro erano nel '71, e non è che ci fosse la circolazione di suoni che c'è oggi, ma paragonato ad un Collage delle Orme lo trovo un gradino sotto.
Forse dovrei reimmergermi in un ascolto ora che ci ho fatto l'orecchio per avere un idea del disco nel suo complesso, ma penso che bene o male le impressioni siano queste.
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