Big Guitars From Texas – Vol. II: That's Cool, That's Trash

Ritorno dopo un bel po'.

Ho ascoltato alcune cose in questo periodo, non sempre ne ho scritto, ma pian piano vorrei recuperare.

Oggi vado con questo disco americano fino al midollo. Disco che si dichiara già dalla copertina, texas, polvere e caldo torrido.

Anche il titolo la dice lunga, questo fa scifo, questo è buono,  ecco, la prima traccia fa schifo; goliardico twist che scimmiotta (questa la mia impressione) gli anni '60, per poi nelle tracce successive, andare a pescare a piene mani dal panorama boogie e garage di quegli anni, (Ghost) Riders In The Sky e Johnny Yuma per esempio, in un medley che è uno dei punti più alti del disco. La spedita High Tide In Hub City, fa da contraltare alla breve Alamo Beach, in cui sorprende un 5/8 totalmente inaspettato ma anche incasellato appieno nelle coordinate del disco.

Ma gli episodi migliori sono nel secondo lato per me, Holiday For Hoss, vince per una musicalità ed una melodia totalmente caratteristica della chitarra blues. Anche Hardy Street che chiude con un boogie convincente il disco, sembra una traccia sopra la media.

In generale un disco che suona anni '80, ma rievoca le idee di qualche anno prima, le chitarre tremolanti e certe sonorità alla Shadows lo rendono anche vicino a certe, ma sporadiche, idee psych, ciò nonostante non si toglie l'etichetta di un disco di chitarristi blues, di certo ben lontano dall'essere innovativo, ma che ha alcuni momenti se non brillanti, gradevoli, sperce per chi come me si avvicina al blues elettrico in modo cauto.

Non ci sono praticamente video online di questa roba.

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