D.A.F. – Alles ist Gut (30/8)

Disco di post-punk tedesco, dal momento in cui è partito ha ricordato subito l’elettronica industriale, fredda e metallica dei Kraftwerk, insieme da un pessimismo musicale e ossessivo un po’ spoglio dei Joy Division.
Il tutto con sospiri ed un’ aura quasi erotica che mi ha ricordato il più recente Fatur.
Il secondo brano Der Mussolini, è forse il più coinvolgente del disco ed il più vario armonicamente (se di varietà si più parlare in un genere come questo).

I brani sono costituiti principalmente da batteria e bassi, quest’ultimo spesso elettrico o comunque generati da strumenti elettronici, almeno questa è l’impressione.
Inquietante il mood deviato e disorientante della terza traccia, straniante invece i particolari suoni quasi microtonali (non so quanto voluti) della 5 che risultano inquietanti anche rimandando ad una tonalità maggiore.
Anche le due note ripetute, una in battere ed una in levare, sempre uguali contribuiscono alla sensazione, probabilmente perchè essendo sempre uguali e ripetitive, non spostano mai la tensione del pezzo.
I suoni della batteria sembrano realistici, siccome ho sentito delle piccole imperfezioni e delle dinamiche volute in certi momenti.

Dopo il sesto pezzo il disco ha iniziato a pesarmi molto, ricordo solo il finale proprio della traccia 6 con quattro note di synth che sembrano voler aprire ad un’altra sezione del brano o comunque ad un nuovo discorso, per poi concludersi subito. Delle ultime ho recepito poco siccome probabilmente inizia a pesarmi la opprimente ripetitività e monotonia dell’album, piuttosto lontani dai miei standard. Questo nonostante il disco sia comunque breve e coeso nel suo linguaggio.


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