Athletic Progression - cloud high in dreams, but heavy in the air
Avevo scritto che lo avrei fatto presto.
Una delle due è falsa...
Intano sono arrivato al disco del trio danese tramite bandcamp, siccome avevo già comprato dall'etichetta Touching Bass. Non ho ancora la minima idea di cosa sia quest'etichetta siccome pubblicano pochissimo e cose molto poco mainstream, e forse per questo, interessanti. Più dediti al ritmo ed alla sperimentazione che al 'pop' contemporaneo.
Arriviamo a questo gruppo. Avevo capito subito che si trattava di una sorta di jazz contemporaneo, contaminato da elettronica, e da quei ritmi frastagliati della lo-fi.
Il brano che bandcamp propone è OSAKA, che è già un chiaro disegno della loro proposta.
Quello che più mi ha lasciato sconvolto è la fluidità della batteria.
Mi piace. Lo compro.
Anzi, in realtà non lo compro subito. Passa qualche mese nel frattempo.
E' sicuramente un disco molto propositivo, l'uso delle dinamiche è davvero sensibile, cosa particolare se andiamo a pescare dall'immaginario Hip-Hop/lofi, in quanto i beat, non hanno quasi mai un livello cosi "umano" delle dinamiche.
Le tracce sono molte, ma a conti fatti, ci sono tanti intermezzi intorno al minuto di durata che spezzano il ritmo, a volte con frammenti di dialoghi o altre con idee appena accennate (penso a ndion farr, ad esempio).
Nonostante siano appena un trio, suonano per 5, e questo la dice lunga sulle doti tecniche di altissimo livello; non è casuale la loro partecipazione al festival di Montreaux del 2021. Una miscela molto convincente di elettronica, jazz, dub, e lo fi.
Succede molto spesso che i falsi anticipi o ritardi ritmici, creino una illusione di tempi complessi, invece la loro struttura è il più delle volte lineare. Però è disarmante la freschezza con cui si trovano a loro agio e come riescano a rendere fluide tante situazioni che ad un primo ascolto spiazzano lasciando con pochi e stranianti punti di riferimento.
Il basso si muove tra melodia e machina ritmica con molta elasticità, ascoltare DEBRA per credere, forse il brano più corposo del lotto. Da evidenziare anche le aperture di JUNGELEN, e l'ultima THE EXAM. Personalmente poi il groove di H/H sull'intro di OSAKA, è qualcosa di esemplare.
Nonostante siano danesi, la Touching Bass è di Londra, chissà quanto hanno a che fare con quel movimento londinese attuale di Alfa Mist e soci. Di certo qui c'è meno africa e più elettronica, meno notturno e più ragionato.
Un disco che ha nei solchi parecchia energia, ma anche fluidità, senza mai risultare muscolare.
Consigliato e ancora disponibile su bandcamp.
Commenti
Posta un commento