Isis – Panopticon (19/09)
In generale viaggia tra questa pesantezza timbrica ed un atteggiamento invece più ondeggiante e tranquillo, ma con una grande predizione per la prima. Hanno molto a che spartire con i Russian Circles, ma si sente che la musica è meno esibita, la batteria è molto limitata se paragonata a Dave Tuntcraz, ma qui c'è forse più ricerca di atmosfera che di tecnicismi. I suoni della batteria mi sono piaciuti, specie i tom.
Le prime due tracce sono emblematiche a riguardo, senza quasi un momento di pausa. Devastante e travolgente, ma anche un disco che chiede pazienza siccome i brani sono tutti molto lunghi. Peccato per il finale dell'ultimo pezzi, avrei voluto durasse di più anziché fermarsi di netto.
Dopo molti album post rock più o meno sperimentali degli anni '90, riprendere un disco più dentro allo schema post anni '00, mi fa un po' strano.
Commenti
Posta un commento