Stereolab – Dots And Loops (16/08)

Il disco che ho ascoltato conferma ancora una volta il mio debole per i suoni retrofuturistici e magnetici degli Stereolab. In questo poi ho notato facilmente affinità con i Tortoise, vuoi per l'uso dello xilofono o per una batteria più funk, ed infatti sia i crediti del cd, sia il libro post rock concordano su questo album come di un poste tra il gruppo inglese e le correnti post rock di Chicago e Dusseldof. Non posso dire lo stesso per la corrente tedesca, ma solo per una mia mancanza di background.

Gli Stereolab si muovono facilmente e con invidiabile ingenuità su tappeti dispari ora funk, ora più dub; fanno convivere fiati con moog lunari e nella seconda parte del disco perdono, a mio parere, un filo di mordente in favore di dilatazioni più notturne, accostabili a certi intenti dei Bark Psychosis. 

Tengono sempre l'asticella su buoni livelli e riescono nel creare un rapporto ipnotico tra armonia e melodia che solleva e alleggerisce le canzoni. Difficile prenderne una ad esempio. Anche considerato il lungo pezzo da 17 minuti (che non è altro che l'unione di 3-4 pezzi),  nulla mia ha mai davvero portato a voler interrompere l'ascolto.



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