Armando Piazza – Suàn (20/10)
Non sapevo davvero cosa aspettarmi da questo album, e sono rimasto piacevolmente stupito quando ho realizzato che si trattava di un bel miscuglio di musica folk, psichedelica, e ben più di qualche sentore freak.
La prima parte del CD è più rock, con un fuzz quasi onnipresente senza mai essere fastidioso, anzi, diventando caratteristico. In generale mi è piaciuto molto il suono finale dell'insieme.
La seconda parte (io sto ascoltando un cd riepilogativo dei due soli album di Armando Piazza, quindi immagino il secondo lato) è più acustica sparisce il fuzz e anche la batteria diventa più rada. Mi ha ricordato certe idee di Tim Buckley, senza ovviamente ricalcarne la straordinaria voce, anche se qui la voce non si esalta e rimane sempre abbastanza di necessità, risultato gradevole sia nella parte acustica che nella parte fuzzosa.
Cantato in inglese e caratterizzato da questa prima parte più sperimentale e psicedelica, il disco è bello, poco italiano e molto americano, il già citato Tim Buckley, i Byrds, queste le coordinate, che forse non sono nemmeno cosi azzeccate, più semplice questo, anche negli accordi. Fa dell'atmosfera il suo punto di forza, e ci riesce molto bene.
Disco che ho riascoltato anche nei giorni successivi con gran piacere, opera non cosi minore a mio parere, ha del miracoloso un disco del genere in italia a quel tempo, con dietro nomi insospettabili, come un giovane Tony Esposito alla batteria. Impressionante quante cose abbia fatto quel percussionista.
Commenti
Posta un commento