Garybaldi - Astrolabio (20/10)
Album composto da due lunghe canzoni, la prima più strutturata e seducente, la seconda invece più dispersiva, quasi come una lunga jam, visto che è un esibizione registrata dal vivo nello studio, con la presenza di un pubblico vero e proprio, molto hippy come atteggiamento.
In entrambi gli episodi il debito di Bambi verso Jimi Hendrix è evidente, nella prima c'è un affascinante intro in minore per poi diventare una cavalcata che regge bene i venti minuti di durata, tra alti e bassi ed una fortissima chitarra solista.
La seconda Sette invece, forse più complessa ma anche più dispersiva, dove non bastano i botta e risposta di chitarra e tastiere (che ad un certo punto ricordano forse volutamente i frenetici scambi tra Blackmore e Lord nei Deep Purple) e un finale che riprende la melodia di Fra' Martino.
La chitarra risulta pesante alla lunga, lungaggine che si fa sentire pesantemente specie negli ultimi 10 minuti, anche se rimane una discreta prova di jam rock live all'italiana, a memoria una cosa poco sentita sugli album italiani.
In entrambi i casi la voce è un po' sommersa nel mix e poco si capisce di quello che viene cantato, che però è un valore marginale siccome il centro del disco è palesemente la chitarra elettrica.
Valido, ma un po' prolisso.
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