Black Midi – Hellfire (18/03)
La cosa principale che faccio davvero fatica ad apprezzare è il cantato esasperato a mo' di musical, ed il repentino cambio di timbri, specie nella prima parte. E' quasi disturbante come atteggiamento musicale, come se fisse portato alla distrazione, quasi come se fossero dei brevi video che continui a scrollare ogni venti secondi (questo è un mio paragone).
Il cantato a musical (ed anche la struttura, l'intro e l'outro sono molto chiari in questo) mi fa quasi pensare ad un concept o a qualcosa che assomigli ad una storia, che volendo potrebbe anche giustificare l'impatto schizofrenico e destabilizzante del disco. Poi in realtà ci sono anche dei momenti molto musicali e variegati, ma spesso portati all'interruzione, al distruggere piuttosto che al costruire.
Quasi (e forse sto abusando di questa parola per non sbilanciarmi troppo sulle mie illazioni) un disco figlio dell'internet, un' accozzaglia, dove il math incrocia un veloce parlato musical/rap, e certo prog si mescola ad un tessuto di Brodway.
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