Galactic Explorers – Epitaph For Venus (14/05)
Per quanto mi riguarda voglio credere più alla collocazione nei '70, in quanto già dalla partenza, se si chiudono gli occhi, si viene catapultati immediatamente su un altro pianeta (quasi il fine ultimo della musica cosmica tedesca).
I tre lunghi brani rompono ogni regola di armonia, melodia e ritmo, lasciando a tutti gli affetti solo suggestioni sonore, paesaggi multiforme e cromaticamente instabili.
Mi è piaciuto molto il finale della seconda traccia, che mi ha fatto accorgere di una "regola" musicale che da sempre ho davanti agli occhi. Suoni riverberati ed echi =>paesaggi sconfinati, infinito, senso di smarrimento; suoni secchi e vicini => zone chiuse, sicurezza, senso del limite. Succede che ad un certo punto avvicini e chiuda i suoni, lasciando una sensazione di entrare in un posto chiuso ed angusto.
Non ho "viaggiato" con loro per tutto il tempo, ma ogni volta che decidevo di chiudere gli occhi, bastava poco a trasportarmi, e questo sia alla fine il pregio maggiore che fa diventare di seconda importanza tutto il discorso iniziale sulla datazione.
Curioso che non mi sia addormentato. Da risentire.
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