Portishead – Portishead (04/05)

Altro CD ascoltato la sera tardi che, seppur nel mood della musica, non mi ha preso cosi tanto.

Tutto l'album è cosparso di rumorini e crepitii di fondo (quasi a simulare un vinile?) che sembrano confermare l'idea retrò che mi sono fatto dell'immaginario di questo album. Artwork in bianco e nero, alcuni passaggi dal sapore jazz il finale di Western Eyes) e orchestrazione mi hanno dato questa idea, mista alle atmosfere noir e ad un gusto per i ritmi rallentati invece molto attuale.

Mi è piaciuto che nonostante a volte "suonino" più forte, anche quando ci danno con la voce, sembrano sempre andarci in punta di piedi, senza mai imporsi (come ad esempio gli Archive), La generale armonia minore mi ha fatto pensare a Skyfall con cui ne condivide l'atmosfera ma non gli intenti. Disco che infatti è decadente, freddo apocalittico, ma che non investe mai l'ascoltatore.

I brani sono abbastanza simili tra loro, stavolta non c'erano i testi e non ho fatto caso a strutture e ritornelli (se non il caso più evidente di All Mine) ma penso che non sia nemmeno quello il punto dell'album, giocato invece sul generale stato d'animo e sul mood.



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