Baustelle – Amen (10/11)

Disco che mi ha un po' annoiato, ma che sono riuscito anche a seguire con una certa lucidità.

A me non ha convinto nonostante alcune cose molto buone, ad esempio mi sono piaciute molto le armonie a due voci, i cambi di accordi che uscivano dalla tonalità, la voce di Rachele, molto sensuale (Dark Room).

Purtroppo però il mix è esagerato, ingombrante; seguendo i crediti suonano mille cose, ma non vengono si sentono esplicitate. Quasi come se avessero creato un muro sonoro, pretenzioso ed allargato, un rock estremamente contaminato, finendo per essere solo un muro di suono senza fondamenta. 

Anche nelle melodie le ho trovate strane, molto sillabiche e ripetitive, a fronte di testi tutt'altro che immediati (quasi criptici, quasi alla Battiato).

Uno dei pezzi ha una coda quasi dance, Ethiopia sembra voler strizzare l'occhio a certa library music (nel CD è accreditato Alessandroni, ma sinceramente non ho capito quando suona, se non in un breve accenno di fisarmonica), ma tutto viene livellato ad un sound pop rock, tanto che ad un orecchio ignorante potrebbe ricordare la Nannini o Irene Grandi, o ancora i Subsonica.

Non credo di poter dire che sia un brutto album, ho letto che per alcuni è un disco che piace molto e posso capire questo apprezzamento, ma per me è ridondante e forse anche un po' altezzoso e citazionista, anche se penso che questa cosa delle citazioni venga ancora una volta da Battiato.

Peccato, preferisco qualcosa di più 'semplice'.



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