Khruangbin – Mordechai (25/06)
Alcuni episodi strumentali sono emblematici della natura musicale del gruppo e del disco. Ci sono aggiunte preziose di percussioni, tastiere e vibrafono sparse qua e la, che però a conti fatti servono solo a rendere più sgargiante la solida base del trio, precisa e allo stesso tempo molto umana e trascendentale.
Mi è piaciuta molto Dearest Alfred, un mantra ed un viaggio psichedelico che mi ha preso bene sin da subito, a conferma che non sono solo i pezzi ballabili quelli forti e importanti del disco, ma anzi, sono davvero pochi i momenti bassi, senz'altro a prova di un gruppo che ha ben chiara la propria direzione musicale, e riesce a renderla di ampio respiro.
Poco altro da aggiungere, un disco bello, moderno, colorato, che trasuda vibes positive da ogni nota.
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