David Grubbs – The Thicket (21/12)

Disco che, come suggerisce la mia guida post rock, si avvicina alle soluzioni più pop di Camoufleur dei Gastr del Sol, pur restando su una vena più rurale e folk, con un frequente banjo o violino.

Tuttavia ricordo che nella seconda metà ci sono accenni a qualcosa che è più recente, ma non vorrei sbagliarmi, scrivo questi appunti solo il giorno dopo all'ascolto.

Di certo ricordo l'ultima traccia, un mix di frequenze che entrano l'una sull'altra, ipnotica e particolare come proposta, puntata tutta su un discorso sonoro più che musicale.

Ricordo anche chiaramente che il disco mi è piaciuto, l'ho sentito la sera tardi e comunque mi ha quasi sempre tenuto una vivace compagnia. L'ho rimesso in play subito dopo ma ormai ero più addormentato che sveglio.

Belli alcuni accenni di batteria di John McEntire che accompagnano un disco che è diverso, ma tutto sommato abbastanza 'quadrato' da non risultare estraneo. 

Come ho letto dopo su DeBaser, un disco ottimo per entrare in contatto con quell'universo post rock che sfocia nei Gastr Del Sol, da cui invece io sono partito.



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