Aswad – Distant Thunder (11-13/02)

Ritorno dopo qualche giorno. Nel frattempo ho traslocato quasi tutta la camera e mentre sistemavo i vestiti ho passato sul piatto altri dischi reggae della collezione che sto valutando, senza però dargli troppo peso, infatti non ci ho nemmeno scritto a riguardo. Un po' mi dispiace averli fatti passare sottotono.

Ora sono su un altro disco reggae, stavolta mio. Disco che sto' ascoltando in modo frammentato, l'altro giorno ho dovuto interrompere, e anche questa mattina.

Però mi è servito, siccome ho concluso che ascoltare questo genere di mattina cambia parecchio, penso che il genere richieda un'attitudine piuttosto solare, e questa mattina con il sole fuori i brani giravano meglio, anche se penso che il cambiamento venga più dalla mia prospettiva.

Andrebbero ascoltati in maniera diversa rispetto a come ho fatto per gli ultimi, penso che questo sia un importante passo avanti per assimilare meglio questo genere e questo linguaggio, o comunque a capirlo. Alle volte basta una stupidata per ascoltare meglio le cose.

Sono arrivato ad ascoltarlo per intero solo la domenica pomeriggio. Il primo lato l'ho ascoltato già tre volte ed ormai ho più famigliarità con i pezzi, mentre il secondo è in gran parte nuovo.

Il disco è appunto reggae, come si evince anche dalla cover, con forti influenze pop anni '80. Fa eccezione l'ultima traccia, più sul dub, con i classici echi ed effetti. Particolare anche l'intro semi-strumentale di The Message, tenuto insieme da molte percussioni ed alcuni effetti, ricorda pure certo Afrobeat.

Gli episodi più pop sono male, come il ritmo saltellante e solare di Give A Little Love e la sospensione misolidia di Set Them Free. Particolare il riff cromatico dissonante dei fiati in Tradition, audace considerando i pezzi che lo circondano.



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