Pierangelo Bertoli - Petra (18/04)

Per quanto bene o male la poetica rimanga quella che conosco (poco) di Bertoli, il disco soffre, come un po' tutti i cantautori finiti negli anni '80, di una musicalità artificiosa. come nelle tastiere, nelle batterie ovattate o nel basso di Fiume Nero. Il discorso dei testi bisogna considerarlo nel contesti di un disco dove il cantautore scrive praticamente tutti i testi, ma nessuna musica. Musica che però non si smuove dalle semplici cadenze folk (che non è per forza un difetto). I cambi di tonalità in Voglia di libertà - che  il pezzo più carico di idealismo dell'album-  ricordano i continui cambi di tonalità in La Locomotiva di Guccini.

Carine anche Maria Teresa, e soprattutto L'od
ore Del Porto, per delle melodie più azzeccate, e dei testi che mi sono arrivati più indelebili e evocativi.

Perno però che non terrò per me il disco, peccato.



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