Natalie Cole – Good To Be Back (04/06)

Disco con alti e bassi, se il primo brano viene battezzato alla maniera di Micheal Jackson, si va poi in discesa fino al classico ballatone ricco di clichè Miss You Like Crazy, che però - leggo - fu singolo di lancio all'epoca. 

Da segnalare Rest Of
The Night, mid tempo curato, con un basso freatless, non male e dal ritmo molto ben portato, e supratutto quel cambio prima degli ultimi ritornelli che ciao proprio.

I Do chiude il primo lato con l'ennesimo lento alla Whitney Huston. Ma la sorpresa è l'omonima traccia Good To Be Back, dalle movenze vagamente latine (non tanto vagamente siccome ci sono timbales, percussioni e un solo di piano a tema), di certo la cosa più coinvolgente del disco. Menzione anche per Don't Mention My Heartache (ahah) si lento, ma con quel piano elettrico che trascina bene il pezzo che è a mio parere il lento migliore del lotto. 

Un po' variegato, ma alla fine nemmeno troppo, rientra molto nei clichè del tempo senza aggiungere nulla, ma incastra qua e là alcuni brani sottovalutato.(Good To Be Back, sarà solo il quinto di 6 singoli estratti).

Ci suona pure gente importante tipo i Porcaro, ma più che altro mi spicca all'occhio il nome di Neil Stubenhaus, bassista che suona in tutti i brani che ho notato e citato positivamente.



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