S. Carey – Hundred Acres (02/06)

Disco sulla scia di Bon Iver (è proprio dal cantautore di Eau Claire che sono arrivato a  questo) che avvicina molto le atmosfere rurali folk acustiche di Holocene.

Seppur con una produzione orchestrale e densa di spazio e profondità, l'album è molto intimo. Non sempre sono chiare le parole e anche le melodie sono più volentieri sovrapposte e minimali, specie nei ritornelli. Alla fine ci si ricorda non tanto di quelle, ma della atmosfera naturalistica e delicata che posta subito all'immaginario rurale USA (Yellowstone è il titolo di uno dei pezzi). 

Le vocalità spesso in falsetto rimandano anch'esse a Bon Iver ma anche a Sufjan Stevens. Alcune tracce hanno qualcosa che manca (True North ad esempio) altre invece sono ingiustamente poco considerate, Hideout, Have you stopped To Notice e lac hiusura Meadow Song in cui la componente orchestrale eccede, ma con un risultato positivo e coerente.

Un disco che non è fondamentale, ma bello e pregno di quella sensazione agrodolce del folk contemporaneo targato JagJagWar.



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