Hugh Harris – Words For Our Years (28/10)
Disco un po' particolare, ci sono brani più vicini all'estetica anni '80, ma c'è anche, specie nei pezzi lenti, una certa ricerca sonora e armonica delle voci più curata del solito. Per certi versi ricorda quasi Seal. Ho preferito i pezzi meno d'impatto come gli ultimi due del primo lato. Bello che certi movimenti ritmici semplici diano diano il la ad alcuni brani che girano intorno alla stessa frase, ma senza deturparla.
Più anonimi i brani 'normali'. Nel disco ha un ruolo forte l'uso di armonie e controcanti che danno profondità e apertura, anche con soluzione meno scontate.
Woke Up Laughing, il pezzo che mi ha colpito di più a primo impatto, e lo riporto qui sotto.
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