Vinicio Capossela – Canzoni A Manovella (27/10)

L'intro di piano mi ha fatto subito simpatia ed il primo pezzo mi ha dato un senso di libertà, con gli effetti musicali che ricordano le onde del mare, ma la filastrocca finale preannuncia il seguito, cioè un disco per certi versi molto legato ad un fare tradizionale. Mi è piaciuto molto l'uso di parole poco usate nella musica, tra l'altro con molta fantasia (splendido l'uso di 'marmaglia').

Un altro brano che mi ha preso bene è Maraja, per la sua attinenza musicale ed il testo complicato e veloce. Peccato che il disco diventi molto lungo e l'impronta folkloristica aumenti sempre man mano. Non brutto sia chiaro, ma un po' prolisso, 17 brani sono tanti.

Mi ha stranito il modo variegato con cui usa la voce, con sfumature molto diverse a seconda del pezzo, forse per via di questo estro strabordante richiede più ascolti o comunque di abituare l'orecchio.

I testi sono spesso di alto livello, anche se spiccano alcuni o figure retoriche in particolare (penso al verso sul vino nell'ultimo pezzo) 

Disco tutto sommato interessante, anche se, come ho scritto, penso richieda di abituarsi al suo linguaggio.



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