Museo Rosenbach – Zarathustra (18/08)
Prendo ad esempio l'ultimo pezzo, quando dice "morti" con evidente enfasi, non fa in tempo a finire la parola che la musica manda in malora il momento con un fraseggio storto che distrugge la tensione appena creata..
Il disco è pieno di riff, spesso all'unisono tra organo e chitarra, intervallati da qualcosa. Fa eccezione il pezzo Il tempo Delle Clessidre, che è una bella frase di chitarra, ma quasi marginale in un disco cosi pieno e confuso.
Mi sono piaciute invece la voce del cantante, cosa non comune nel nostro prog, ed il pano rhodes nell'ultima traccia, una boccata di aria fresca dopo un'album intenso e saltellante.
Un vero peccato che non sia riuscito ad apprezzarlo, e dire che oggi l'ho ascoltato per due volte, ed una terza per la sui
te.
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