Neffa – Arrivi E Partenze (10/10)

Sapevo già che questo disco segnava la fine del Neffa come cantante Hio Hop, ma non mi aspettavo che riuscisse a mantenere un'atteggiamento musicale cosi 'meticcio' e ibrido.

L'album infatti p inframezzato, a partire già dalla prima traccia omonima, da pezzi strumentali che passano ora per la bossa nova, ora dalla psichedelia o da certa library music italiana degli anni '70. 

La grande differenza - oltre al cantato - è il fatto che i brani sono suonati, ed è forse questo che stupisce di più. Anche qui le influenze sono dal soul al blues, sempre comunque black, e restituiscono un album che forse non è centrato come i precedenti, ma ha un suo spirito, in cui convivono autotune e chitarre blues (Mistiche Vibre), Andare Avanti invece chiama un solo di chitarra alla John Mayer (c'è invece un solo di organo). Sano e Salvo, contestualizzata nello stesso Neffa, pare sia una frecciatina di veleno al mondo Hip Hop. Bella anche la strumentale Laura con un flauto protagonista e Alfa 2000 con una bella chitarra acida. Carina anche Alla Fermata.

Un disco eterogeneo, dove tante cose si mescolano (addirittura Funky Mirandola pare un pezzo dei Daft Punk rallentati e incrociati con Piero Umiliani) forse non sempre con risultati di spessore, ma di certo con le idee e l'originalità di una figura che nei '90 ha davvero spaziato tanto, assorbendo influenze diverse. Il singolo La mia signorina è senza dubbio il pezzo meno interessante del disco.

Il disco che non ti aspetti e che invece scorre bene, apprezzo molto quando un autore si mette in discussione e cambia gioco.


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