Flying Saucer Attack ‎– New Lands (31/12)

Disco che assomiglia più ai primi brani del primo album omonimo, durata contenuta e una musicalità fatta di accordi e metriche, seppur in secondo piano rispetto ai suoni si abrasivi, strani, ma anche malinconici della chitarra.

Più presenti dei cantati sussurrati, riverberati e non sempre intonati (ma questo è davvero poca cosa), ma non ho dato molto peso al conoscere eventuali ritornelli e strofe.

Davvero il perno dell'album è l'affogar di chitarre ed effetti, e l'intento è anche pressoché riuscito siccome non mi ha quasi mai pesato; forse solo nell'ultimo brano, più lungo e dilatato.

Più di tutte mi ha colpito la terza traccia che ricorda quasi più gli Slowdive, similitudine che rimane anche in alcuni brani successivi. Un po' come se la malinconia degli Slowdive appunto incontrasse l'ipnosi di certi momenti aritmici dei Primal Scream.

Non un capolavoro di innovazione, siccome riprendono idee che avevano già solcato, ma un bel dischetto, particolare, eppure ascoltabile.



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