Renato Zero – Zerolandia (15/12)

Album che non mi aspettavo cosi frizzante, totalmente (o quasi) comprensibile nella cerchia dei cantautori/voci/ di fine '70; tanto che Amaro Madely mi ha ricordato in certi momenti l'andazzo di Corso Buenos Aires di Lucio Dalla.

Il primo lato mi è sembrato più coinvolgente, ma forse è per colpa della copia che ho ascoltato, non ottimale all'ascolto nel lato B.

Bello il solo di tastiera in Triangolo, ma tutto il disco è molto musicale, e anche la voce, nonostante delle melodie abbastanza collaudate e poco innovative, ha molta dinamica e teatralità.

Il pezzo forse più bello è il primo, La favola mia, per via del suo incedere semplice e coinvolgente, ma con tanti bei suoni in sottofondo e, devo dire, un testo notevole per quello che mi aspettavo, anche per come esprime il suo "lavoro".

Testualmente se rivolge ai vinti e, come risaputo, alla forte presa di posizione sulla liberazione sessuale del periodo storico.



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