Seefeel - Quique (10/01)
Il tempo però, oltre a essere tiranno, è anche una ottima cura. Infatti l'approccio più consapevole di oggi me lo ha fatto apprezzare stavolta molto di più.
Ci sono delle chitarre che creano più un idea di suono che un vero suono, un uso impossibile ma profetico, siccome ho notato come oggi lo strumento preferito dai musicisti ambient/elettro sembra quasi essere la chitarra. Un basso di matrice dub e sezioni ritmiche elettroniche, tutto spalmato su pezzi lungi anche 8 minuti e oltre, che però risultano quasi i migliori. Un uso minimale e alternativo degli strumenti, un matrimonio (ora possibile) tra rock ed elettronica senza però avere padri, come suggerisce giustamente il manuale di post rock.
Il disco è bello, specie nella prima parte dove le ritmiche sono più serrate e "ballabili", si arriva all'ultimo pezzo che non ha proprio una sezione ritmica.
Forse, anzi, un po' lungo, un paio di pezzi in meno avrebbero giovato a questo disco manifesto che pur trascinando la mente in un mondo a parte, non da mai un immagine nitida di se. Forse per questo sono ancora d'accordo con il libro quando scrive che tutto sommato non risulta mai memorabile per davvero.
Vincenti però le idee, ed una ballabilità fresca e fuori dagli schemi; forse ulteriori ascolti favorirebbero il formarsi di questa immagine.
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