Picchio Dal Pozzo – Picchio Dal Pozzo (28/08)

Bellissimo questo disco, avanguardistico ma propositivo, senza mai risultare enigmatico, dalle sonorità molto ammalianti e forse anche una delle migliori qualità che la musica possa avere, il fatto di non prendersi severamente (o seriamente) sul serio.

Nelle note del CD è scritto che è dedicato a Robert Wyatt (italianizzato Roberto Viatti) e quest'influenza si sente parecchio, specie si riflette sulla formidabile liberta espressiva. E' scritto anche che l'album vuole prendere in giro la musica 'colta' e in parte ci riesce, penso al fraseggio solfeggiato in Cocomelastico, o i soli free jazz di La Floricoltura Di Tschincinnata, che non sono mai pesanti od opprimenti.

Più di tutte mi ha colpito Napier, ma anche i due accordi centrale di La Floricoltura, o ancora la melodia ipnotica alla base di La Bolla. 

Un disco che finisce troppo presto e chiama a gran voce di essere riascoltato, perché le sfumature sono tante e i suoni virtuosi e accoglienti.



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