Giardini Di Mirò – Punk ... Not Diet! (27/09)


I Giardini disegnano, in questo album, degli scenari che sono più spesso sinistri e opachi, grazie anche ad armonie dissonanti e melodie lente. Ricordo di aver riconosciuto alcuni strumenti particolari come violino e banjo (quest'ultimo più estraneo al genere) altri invece, come l'accordion me li sono persi, li ho solo letti dal libretto.

Libretto che però non avevo con me siccome, come per il cd di Beth Orton, ho ascoltato questo durante una camminata.

La traccia 7, When You Were A Postcard, è quella forse più vicina ad un approccio diverso, più 'pop', o comunque meno post rock. A proposito di post, mi è sembrato abbastanza chiaro come più che cercare climax emozionali, puntino a tratteggiare ambienti e paesaggi sonori distesi, vista anche la stratificazione sonora. Compreso il sax elegante del secondo pezzo The Swimming Season

Devo riportare però anche un certo calo generale di attenzione, vorrei poter concentrarmi di più nella comprensione e nell'ascolto dei dischi. Stò iniziando a pensare di provare con le canzoni singole. Provare a prendermi 4-5 minuti per ascoltare in profondità qualcosa e confrontarlo con la ricezione che ho ora per i dischi interi.

Non sono granché paragonabili i due approcci, ma magari mi accorgo di una piccola cosa che mi apre a modi diversi di ascoltare o di intercettare quello che ascolto.

Ritornando al disco, come scrivevo è sinistro ed angolare, spesso una accordi minori e atteggiamenti più languidi che travolgenti. Sembra un paesaggio che scorre sotto gli occhi. Probabilmente già qua si vede il loro intento cinematografico che li porterà alcuni anni dopo ad alcune sonorizzazioni di film.



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