Goodbye, Kings – Vento (22/9)
Si perché tra armonie sinistre, riff ipnotici, saliscendi chitarristici, il disco purtroppo si accolla di una lentezza generale molto pesante. Una media per traccia di quasi 10 minuti, che però non funziona. E' vero che la musica è dilatata e a volte si fa risultato di idee che si uniscono e collidono, ma tutto questo mi ha pesato parecchio, facendomi chiedere già a metà album quanto mancasse alla fine.
Ok che mi ero detto di valutare anche il concept (qualora ci fosse) dietro ai dischi di questo stile. Qua è ricorrente il fruscio più o meno intenso del vento, ma in questo caso sembra un vento penetrante e fastidioso, pesante nella sua insistenza.
Ho preso in mano questo disco, ma ho scoperto solo dopo che è antecedente a quello ascoltato qualche giorno fa. In prospettiva, mettendo in ordine le idee e le date, l'ultimo (cronologicamente parlando) è molto più valido e sintetico, e anche a livello di suoni la differenza è tanta, specie nella batteria, Quando ha attaccato nel primo pezzo How Dandelions Die mi è dispiaciuta subito.
Peccato, ancora deve finire la penultima traccia, ma esasperante nella sua lunghezza e ridondanza.
------
Anche qui come nell'altro, non ci sono pezzi singoli, rimando ancora a bandcamp.
Commenti
Posta un commento