Robbie Nevil ‎– A place like this (02/9)

Secondo disco di Robbie Nevil. Come stile siamo sulle coordinate quasi del precedente, buon uso di percussioni e tanti suoni diversi (succede spesso che usi due suoni diversi di rullante alternati), e anche piccole ‘esibizioni’ tecniche (quasi irrilevanti ma giocose) rendono tutto vario e sfaccettato. Dalla ballata nel penultimo pezzo Too Soon, all’andamento reggae di Back on Holiday, all’escursione pienamente jazz d Here i go again. Certe sonorità sono aggiornate alla fine degli anni ’80, come certi suoni di tastiera.

Album che forse più del precedente ha ritmo, ed è basato in buona parte su quello. Certo ci sono delle cose che si potevano evitare, come proprio il jazz fuori luogo segnalato prima, ma mettendo tutto sulla bilancia vince il groove, e la movenza di una musica si figlia del suo tempo ma godibile e apprezzabile

Uh, dimenticavo una menzione per l’apertura de Gettin’ better, di grande effetto; pezzo che subito ho quasi scambiato per Gimme the night che sarebbe stato anche plausibile. Durante l’ascolto mi ha fatto prendere in mano il basso.

Punto più basso del disco comunque la metà del secondo lato.




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